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Roby85j
automodellantino
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Inserito il - 24/12/2019 : 12:43:28
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Ciao a tutti!
Non sono un grande fan delle 1:43, però apprezzo molto quelle con tanti particolari e soprattutto, aperture e parti mobili.
McLaren F1 (autoart)
McLaren mp4-31 (minichamps)
Chiedo a voi che siete più esperti, se sapete consigliarmi qualche modellino o marca, che abbia le parti apribili. Grazie
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Miccare
automodellantino
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Inserito il - 24/12/2019 : 16:06:13
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In genere 1/43 apribili sono ben pochi. C'è qualche soggetto rally di vitesse con figurini e cofano apribile oppure altre di AutoArt.
Non so se ci sia e fosse altro sinceramente...
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Luciocabrio
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Inserito il - 24/12/2019 : 22:21:20
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| Miccare ha scritto:
In genere 1/43 apribili sono ben pochi. C'è qualche soggetto rally di vitesse con figurini e cofano apribile oppure altre di AutoArt.
Non so se ci sia e fosse altro sinceramente...
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C'è anche la revell e la herpa mi sembra
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eigi
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Inserito il - 26/12/2019 : 13:26:45
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| Roby85j ha scritto:
Ciao a tutti!
Non sono un grande fan delle 1:43, però apprezzo molto quelle con tanti particolari e soprattutto, aperture e parti mobili.
Chiedo a voi che siete più esperti, se sapete consigliarmi qualche modellino o marca, che abbia le parti apribili. Grazie
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Prima di tutto complimenti per la McLaren F1. Lei e la Countach mi mancano per chiudere la serie delle AA 1:43 full open ... ma presto colmerò il buco
1/43 completamente apribili, oggi, non ci sono; a parte quelle di cui sopra. Devi andare indietro nel tempo, anni '90, con la serie delle Ferrari della Jouef Evolution o della Herpa (in plastica), oppure con quelle della Revell, anch'esse in plastica (più delicate delle Herpa). Altrimenti devi "accontentarti" dei soli cofani apribili della Kyosho per la sua bella serie di Ferrari (sereie 05...Y); sono di qualche anno fa ma sono tuttora validissimi. Altri modelli sono alcuni bei Minichamps, "datati" ma reperibili, in Gift Box (esempio: De Tomaso Mangusta) con cofano motore apribile. Di produzione attuale possono essere alcuni modelli "sparsi" di BMW, Mercedes, Audi con marchio Minichamps, Kyosho, Herpa e Jadi con il solo cofano motore apribile. Sicuramente c'è dell'altro ma più o meno ci dovremmo essere.
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cg_76
automodellante
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Inserito il - 27/12/2019 : 09:29:10
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Esiste questo kit, giapponese ovviamente, della Nissan Skyline che ha cofano e porte apribili. Ce l'ho ma non è nel tema della mia collezione, difatti è lì da parte
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Modificato da - cg_76 in data 27/12/2019 09:29:42 |
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Luciocabrio
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Inserito il - 27/12/2019 : 11:13:56
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Arrivate le ultime 2 ferrari matrix portate da babbo natale. Personalmente mi sono regalato la giulia prototipo autocult e la 124 prototipo di true scale che devono però ancora arrivarmi
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eigi
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Inserito il - 15/01/2020 : 15:16:57
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Fiat "Topolino", serie Glamour n°02 "Vacanze Romane"- limited 100 pezzi (copia n° 047); modello proposto in esclusiva da Balocco Model in collaborazione con Brumm.
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Paolo HR
automodellante
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Inserito il - 15/01/2020 : 19:41:51
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| eigi ha scritto:
Fiat "Topolino", serie Glamour n°02 "Vacanze Romane"- limited 100 pezzi (copia n° 047); modello proposto in esclusiva da Balocco Model in collaborazione con Brumm.
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Come sei amarcord! #128513;#128513;#128513;
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pierre911
iperautomodellante
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Inserito il - 16/01/2020 : 12:57:56
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E' senza dubbio un pezzo interessante e,per certi versi"intrigante"(almeno per vecchietti come me).Bei tempi......quelli!!!
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pierre911 |
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Martino
iperautomodellante
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Inserito il - 16/01/2020 : 15:36:59
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| Roby85j ha scritto:
Ciao a tutti!
Non sono un grande fan delle 1:43, però apprezzo molto quelle con tanti particolari e soprattutto, aperture e parti mobili.
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Brumm ha realizzato le Ferrari CK di Gilles e Didier con il cokpit smontato e poggiato su du cavalletti ed anche due meccanici che lo sostengono nell'atto di montarlo con i piloti in attesa nell'abitacolo, molto belli.....
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Zio |
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Martino
iperautomodellante
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Inserito il - 16/01/2020 : 15:42:01
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Questo diorama l'ho assemblato io ma si trova tutto singolarmente compreso le vetture..... https://images2.imagebam.com/62/19/...3106404.jpeg
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Zio |
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giuseppas
automodellandonissimo
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Inserito il - 18/01/2020 : 15:39:58
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Ragazzi il mio ultimo acquisto in arrivo dalla Spagna è una schaback una Volkswagen Passat berlina 3 volumi, sto rivalutando molto le care vecchie Shabk e Gama.
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eigi
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Inserito il - 23/01/2020 : 12:34:09
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E' una vettura che mi ha sempre affascinato ed un modellino che, da tempo immemore, avevo tra gli "acquistabili"; finalmente mi son deciso, anche per dare una compagnia all'altro della stesssa serie, la Iso Grifo, che solitario si stava intristendo ...
Ogniqualvolta si parla della Miura, e della Lamborghini in generale, la storia inizia con una leggenda che dice pressapoco così: Ferruccio Lamborghini produceva trattori; un giorno si lamentò col Drake riguardo al surriscaldamento della frizione della sua Ferrari, e questi gli rispose: “La macchina è perfetta, sei tu che sei buono solo per guidare i trattori e non le Ferrari!”. Fu così che nacquero le automobili Lamborghini e la Miura, forse l'auto “da strada” più bella di sempre. Ebbene, probabilmente potremmo confezionare una ulteriore leggenda, anch'essa con Enzo Ferrari inconsapevole protagonista dell'antefatto. Tutto nasce dal rifiuto di Enzo Ferrari di concedere il controllo totale della sua creatura alla Ford. Fu così che la Ford decise di fare guerra alla Ferrari e mise in cantiere l'arma totale, la GT40, affidandone lo sviluppo a Carrol Shelby, patron del famoso marchio col Cobra. Proprio nello stesso periodo De Tomaso stava sviluppando la P70 (poi 5000), da un progetto dell'americano Pete Brock, allora in forza presso Shelby. La vettura era concettualmente innovativa e potenzialmente vincente, e l'imprenditore italo-argentino contava sulla voglia di primeggiare di Shelby, che al momento sfruttava per il suo team una vettura ormai vetusta, per potergli vendere la sua P70. Lo sviluppo incontrò delle difficoltà: c'è chi dice per incomprensioni tra il progettista, e quindi lo stesso Shelby, e la De Tomaso, c'è chi dice per il semplice fatto che quando Shelby venne impiegato nel progetto della GT40 dovette lasciare ogni altro impegno; fatto è che tutto sfumò. Nel frattempo anche Brock aveva lasciato Shelby per fondare una suà realtà imprenditoriale, e De Tomaso gli affidò la produzione di 50 esemplari omologabili nella categoria GT (con la collaborazione della Carrozzeria Fantuzzi – da qui il nome noto di De Tomaso Sport 5000 Fantuzzi). Tutto ciò fruttò solo qualche gara, con risultati praticamente nulli, e molti tentativi di partecipazioni a gare importanti non andate a buon fine. Ma De Tomaso, attivo come sempre, non si perse d'animo e riconvertì l'idea iniziale, pensando non più ad un prototipo da pista ma ad una vettura da strada, che si proponesse quale alternativa alle supercar più conosciute: Ferrari, Lamborghini e Maserati. Al telaio monotrave della P70 abbinato al grosso V8 americano di 4,9 litri di derivazione Ford (poi 4,7 litri) modificato in chiave “italo-europea”, posto in posizione posteriore-centrale, erano applicate sospensioni indipendenti, e freni a disco sulle 4 ruote. Il telaio veniva completato da 4 splendidi cerchi in magnesio. Per la carrozzeria, De Tomaso si rivolse alla Ghia, ove era allora capo design Giorgetto Giugiaro, il quale, partendo da una proposta di stile che già aveva sviluppato, portò a termine un lavoro di tutto rispetto, facendoci dono di una vettura al contempo aggressiva e muscolosa ma anche elegante, con l'aggiunta di una nota di estrema originalità: il cofano motore diviso longitudinalmente in due parti, con apertura ad ali di gabbiano. Gli interni erano scarni, sia per scelta dovuta, tipica di una produzione semiartigianale, che non permetteva grande dispendio di forze economiche, sia per scelta voluta, perchè strizzava l'occhio a soluzioni tipicamente corsaiole dalle quali la vettura derivava strettamente. Il nome scelto per il nuovo modello fu Mangusta; pare che tale scelta scaturì dalla voglia di rivalsa di De Tomaso nei confronti di Shelby, al pensiero che la Mangusta è probabilmente l'unico mammifero in grado di opporsi, spesso con successo, al Cobra. L'auto venne ufficialmente presentata nel 1967 a New York (dopo essere apparsa brevemente per un giro di pista al GP di Monaco dello stesso anno, in un esclusivo color oro), e ottenne immediato riscontro positivo da parte del pubblico. Tuttavia, pur mantenendo le promesse prestazionali ed emozionali che la sua vista lasciavano presagire, l'auto dimostrò anche i suoi limiti, derivanti in particolare da un forte sbilanciamento dei pesi verso il retrotreno, ove erano concentrati i due terzi del suo peso totale, che rendeva l'auto difficile da controllare. Ne furono prodotte 400 in 4 anni, prima dell'avvento della Pantera. Resta, senza dubbio alcuno, fra le supercar più belle e amate degli anni '70.
Il modellino della PMA Minichamps, in questa versione Limited Edition di 4888 esemplari, in “Gift Box”, si presenta bene. Il colore Rosso, con interno nero, è un classico (altre opzioni sono Marrone - 1464 copie, e Blu - 2016 copie). Le forme sono complessivamente ben rese e i dettagli, pur non essendo da "speciale", sono ben curati. E' presente la caratteristica apertura del cofano motore ad ali di gabbiano. Il modello è custodito nella classica "Gift Box" Minichamps, ove trova posto anche un libricino "De Tomaso", una scheda tecnica della vettura stampata all'interno del coperchio, e una spilla col marchio De Tomaso e il numero progressivo della copia numerata (nel caso specifico la n°2844).
E' stato un piacere. A presto.
ps - in versione standard (o Maxichamps) , senza Gift Box , è anche in un bellissimo Giallo e in Nero.
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raffa007
automodellandonissimo
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Inserito il - 23/01/2020 : 13:12:00
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| eigi ha scritto:
E' una vettura che mi ha sempre affascinato ed un modellino che, da tempo immemore, avevo tra gli "acquistabili"; finalmente mi son deciso, anche per dare una compagnia all'altro della stesssa serie, la Iso Grifo, che solitario si stava intristendo ...
Ogniqualvolta si parla della Miura, e della Lamborghini in generale, la storia inizia con una leggenda che dice pressapoco così: Ferruccio Lamborghini produceva trattori; un giorno si lamentò col Drake riguardo al surriscaldamento della frizione della sua Ferrari, e questi gli rispose: “La macchina è perfetta, sei tu che sei buono solo per guidare i trattori e non le Ferrari!”. Fu così che nacquero le automobili Lamborghini e la Miura, forse l'auto “da strada” più bella di sempre. Ebbene, probabilmente potremmo confezionare una ulteriore leggenda, anch'essa con Enzo Ferrari inconsapevole protagonista dell'antefatto. Tutto nasce dal rifiuto di Enzo Ferrari di concedere il controllo totale della sua creatura alla Ford. Fu così che la Ford decise di fare guerra alla Ferrari e mise in cantiere l'arma totale, la GT40, affidandone lo sviluppo a Carrol Shelby, patron del famoso marchio col Cobra. Proprio nello stesso periodo De Tomaso stava sviluppando la P70 (poi 5000), da un progetto dell'americano Pete Brock, allora in forza presso Shelby. La vettura era concettualmente innovativa e potenzialmente vincente, e l'imprenditore italo-argentino contava sulla voglia di primeggiare di Shelby, che al momento sfruttava per il suo team una vettura ormai vetusta, per potergli vendere la sua P70. Lo sviluppo incontrò delle difficoltà: c'è chi dice per incomprensioni tra il progettista, e quindi lo stesso Shelby, e la De Tomaso, c'è chi dice per il semplice fatto che quando Shelby venne impiegato nel progetto della GT40 dovette lasciare ogni altro impegno; fatto è che tutto sfumò. Nel frattempo anche Brock aveva lasciato Shelby per fondare una suà realtà imprenditoriale, e De Tomaso gli affidò la produzione di 50 esemplari omologabili nella categoria GT (con la collaborazione della Carrozzeria Fantuzzi – da qui il nome noto di De Tomaso Sport 5000 Fantuzzi). Tutto ciò fruttò solo qualche gara, con risultati praticamente nulli, e molti tentativi di partecipazioni a gare importanti non andate a buon fine. Ma De Tomaso, attivo come sempre, non si perse d'animo e riconvertì l'idea iniziale, pensando non più ad un prototipo da pista ma ad una vettura da strada, che si proponesse quale alternativa alle supercar più conosciute: Ferrari, Lamborghini e Maserati. Al telaio monotrave della P70 abbinato al grosso V8 americano di 4,9 litri di derivazione Ford (poi 4,7 litri) modificato in chiave “italo-europea”, posto in posizione posteriore-centrale, erano applicate sospensioni indipendenti, e freni a disco sulle 4 ruote. Il telaio veniva completato da 4 splendidi cerchi in magnesio. Per la carrozzeria, De Tomaso si rivolse alla Ghia, ove era allora capo design Giorgetto Giugiaro, il quale, partendo da una proposta di stile che già aveva sviluppato, portò a termine un lavoro di tutto rispetto, facendoci dono di una vettura al contempo aggressiva e muscolosa ma anche elegante, con l'aggiunta di una nota di estrema originalità: il cofano motore diviso longitudinalmente in due parti, con apertura ad ali di gabbiano. Gli interni erano scarni, sia per scelta dovuta, tipica di una produzione semiartigianale, che non permetteva grande dispendio di forze economiche, sia per scelta voluta, perchè strizzava l'occhio a soluzioni tipicamente corsaiole dalle quali la vettura derivava strettamente. Il nome scelto per il nuovo modello fu Mangusta; pare che tale scelta scaturì dalla voglia di rivalsa di De Tomaso nei confronti di Shelby, al pensiero che la Mangusta è probabilmente l'unico mammifero in grado di opporsi, spesso con successo, al Cobra. L'auto venne ufficialmente presentata nel 1967 a New York (dopo essere apparsa brevemente per un giro di pista al GP di Monaco dello stesso anno, in un esclusivo color oro), e ottenne immediato riscontro positivo da parte del pubblico. Tuttavia, pur mantenendo le promesse prestazionali ed emozionali che la sua vista lasciavano presagire, l'auto dimostrò anche i suoi limiti, derivanti in particolare da un forte sbilanciamento dei pesi verso il retrotreno, ove erano concentrati i due terzi del suo peso totale, che rendeva l'auto difficile da controllare. Ne furono prodotte 400 in 4 anni, prima dell'avvento della Pantera. Resta, senza dubbio alcuno, fra le supercar più belle e amate degli anni '70.
Il modellino della PMA Minichamps, in questa versione Limited Edition di 4888 esemplari, in “Gift Box”, si presenta bene. Il colore Rosso, con interno nero, è un classico (altre opzioni sono Marrone - 1464 copie, e Blu - 2016 copie). Le forme sono complessivamente ben rese e i dettagli, pur non essendo da "speciale", sono ben curati. E' presente la caratteristica apertura del cofano motore ad ali di gabbiano. Il modello è custodito nella classica "Gift Box" Minichamps, ove trova posto anche un libricino "De Tomaso", una scheda tecnica della vettura stampata all'interno del coperchio, e una spilla col marchio De Tomaso e il numero progressivo della copia numerata (nel caso specifico la n°2844).
E' stato un piacere. A presto.
ps - in versione standard (o Maxichamps) , senza Gift Box , è anche in un bellissimo Giallo e in Nero.
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E' uscita anche col marchio economico Maxichamps in nero e giallo
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eigi
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Inserito il - 23/01/2020 : 14:05:22
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| raffa007 ha scritto:
E' uscita anche col marchio economico Maxichamps in nero e giallo
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Si Raffa, ti è sfuggito, ma l'ho scritto in fondo nel "ps". Comunque, grazie.
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eigi
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Inserito il - 23/01/2020 : 14:06:31
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Altro modello, altra storia ... ma è sempre il fascino a gestire le sensazioni. Il fascino che questa concept, di tre lustri orsono, ha sempre generato in me, trasportandomi tra le onde di un brodo fatto con le leggendarie auto degli anni '30 e le fantasiose realizzazioni di Capitan Nemo. Non chiedetemi perchè!
Nel 1939 la Fulda propose un nuovo pneumatico, l'Exelero Fulda Carat, che venne collaudato, con la collaborazione della Maybach, sulla berlinetta aerodinamica Typ W38, prototipo di vettura ad alte prestazioni adatto a sfruttarne appieno le caratteristiche. Nel 2005 la storia si è ripetuta; la Maybach, nel frattempo morta e risorta, aveva presentato la 57 (e la sua versione lunga, 62), al salone di Ginevra del 2002. Fulda ha pensato bene di riproporre il suo storico Exelero Concept, rinnovando nel contempo la collaborazione con la mitica casa automobilistica tedesca per la produzione di una concept car in esemplare unico (oggi si direbbe “one-off”). La facoltà di Design dell'Università di Pforzheim e il Centro Stile della Daimler-Chrysler (al quale apparteneva allora il marchio Maybach) ha dato vita, così, ad una scultura profilatissima di 5,89 metri di lunghezza, 2,14 metri di larghezza e 1,39 metri di altezza. La sua imponenza era dissimulata, oltre che dalla forma a goccia aerodinamicamente estremizzata, anche dal notevole passo (3,39 metri), nonchè dagli enormi cerchi di ben 23 pollici, calzati da pneumatici dal profilo superribassato (315/25). Ne è scaturita una mastodontica (anche nel peso, di 2700 kg) gran turismo 2 posti, superlussuosa, con la potente meccanica della 57: V12 di 6 litri, 700 cv, 1020 Nm di coppia e 351 km/h, raggiunti durante il test che la Fulda fece per collaudare i propri pneumatici. Caratteristici i 2 caschi in dotazione alloggiati, singolarmente, dietro ai poggiatesta, in appositi spazi posti sulla “cappelliera”. L'assemblaggio è stato curato dalla carrozzeria Stola di Torino.
Il modellino, in scala 1:43, è ben riprodotto dalla Schuco. Forme e dettagli sono ben catturati. Belli gli specchi retrovisori esterni in plastica morbida, flessibili al contatto, i due caschi sulla cappelliera e, ovviamente, cerchi e pneumatici che sono riprodotti con cura. In definitiva, se il modello reale affascina lo farà anche il modellino.
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Luciocabrio
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Inserito il - 23/01/2020 : 16:54:54
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io la de tomaso l apresi blu....secondo me si adatta un pelo meglio al modello. Colore che snellisce un po le linee gibbose.
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Shamal 84
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Inserito il - 25/02/2020 : 13:04:13
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E con questa meraviglia, aggiungo un altro pezzo importante nella mia collezione di Alfa e chiudo la lista dei Kess mancanti...
Alfa Romeo 2600 blu cobalto, sarà che aspettavo di prenderla da tempo, ma questo modello mi è piaciuto più di qualunque altro negli ultimi mesi. Un bellissimo modello di un auto poco conosciuta ma imperdibile per un appassionato Alfa. Bellissimo il blu pastello abbinato agli interni chiari. Assemblaggio perfetto, ottime le fotoincisioni...è uno dei migliori Kess prodotti. Per fortuna non la presi nera, ma ho fatto giusto in tempo a comprare la blu...iniziano ad essere rare.
Ora in teoria con i Kess avrei chiuso, ma c'è quella A112 che mi sfizia...
In compagnia della sua erede...adesso parte la caccia alla 1900 di M4...
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Modificato da - Shamal 84 in data 25/02/2020 13:05:46 |
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Luciocabrio
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Inserito il - 25/02/2020 : 16:57:35
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il 112 piglialo che è perecchio bellino :D
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Shamal 84
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Inserito il - 25/02/2020 : 18:48:57
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Si, e se è per questo mi sfizia molto pure la Mini De tomaso...ma considerato quanto costano i Kess, mi sembrano troppo costosi 'sti caspita di sfizi!
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