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Ecco come promesso la recensione della mitica Ferrari 126ck di Gilles Villeneuve della BRUMM cod. R367 GP Montecarlo Winner Premetto che non faccio il giornalista ed è la mia prima recensione, spero quindi essere abbastanza chiaro ed esauriente, ma nello stesso non troppo prolisso. Correva l’anno 1981 e la Ferrari fece debuttare il suo 6cilindri turbocompresso con due KKK dopo aver sperimentato e scartato la versione Comprex. Motore eccellente montato su l’unico telaio ancora in traliccio di tubi dell’intero lotto di Formula 1. Quell’anno la Ferrari portò a casa due successi, Monaco e Spagna dimostrando di aver intrapreso la strada giusta.

Tutte le modifiche che andrò ad apportare al modello sono nate da esperienze personali e trucchi carpiti qua e la…sono certo che ci sarebbero altre strade per raggiungere anche risultati migliori…io svelerò la mia tecnica per chiunque si voglia “buttare” nell’impresa :-)

Per prima cosa analizziamo il modellino originale. Il modello si presenta in un packaging semplice ma di forte impatto grafico…un bel nero con la scritta 100% Made in Italy e una bandiera italiana che corre sotto, sinceramente a me piace Una volta tolto il modello dalla sua basetta mi rendo conto che la Ferrari 126CK ha delle ottime proporzioni e che è degna dell’erede 126C2 (uno dei migliori modelli mai prodotti dalla casa comasca) da cui ha ereditato qualche elemento. La linea è decisamente apprezzabile e molto veritiera all’originale. La verniciatura è decisamente di ottima qualità, uniforme e non presenta fastidiosi puntini. Incredibilmente noto subito che le prese NACA del motore (quella superiore) e le prese naca posteriori sono forate!!! Questo è stato ottenuto grazie ad uno stampo molto preciso e leggerissimo! Con un piccolo attrezzo (foto 08) le “regolo” per benino. Mai in nessun modello nemmeno nei più blasonati Minichamps ho visto prese d’aria forate, quindi complimenti alla BRUMM.

Il modello si smonta completamente svitando inizialmente le due viti sotto la pancia. Tolte le viti si scompone il modello. In questo caso specifico si è particolarmente aiutati in quanto nulla è stato assemblato con il cianoacrilato (Attack) Si predispongono tutti i pezzi sul tavolo di lavoro e si decide da cosa si vuole partire. Io solitamente non ho un metodo ben preciso, a secondo del modello che ho davanti decido da dove iniziare. In questo caso ho subito “annerito” le prese d’aria delle pance diluendo il nero Humbrol e passando poi una pezza pulita per lasciare il colore solo all’interno.

Degno di nota il supporto dell’alettone posteriore, neanche nel famoso (e fuori catalogo) KIT Tron (foto 32 e 33) è così ricco di particolari, sono riprodotte tutte le asole per la regolazione dell’ala. Questa però si presenta troppo orizzontale rispetto all’asse del terreno rispetto a quella che ha corso nello specifico GP di Monaco che era molto inclinato in avanti. Limando la base di aggancio dell’ala al supporto e il supporto stesso ho “inclinato” in avanti l’alettone che per essere proprio fedeli sarebbe dovuto essere in tre pezzi e non in due (triplano) Passando sull’anteriore un occhio attento nota subito le prese d’aria dei freni anteriori troppo lunghe di derivazione C2 , ma con un piccolo tronchese si risolve “il problema” (foto 10)

L’assemblaggio del modello è eccellente, tutto a incastro e in qualche punto aiutato da un goccio di colla vinilica che aiuta poi noi Abarthizzanti a smontarla agevolmente senza rompere nulla, anche il motore è tutto assemblato ad incastro, nulla è incollato. Nella foto 07 non c’è tutta la macchina smontata, vengono via anche i bracci delle sospensioni anteriori, il motore in 3 pezzi e il cruscotto comprensivo del volante. (!!!) I pneumatici si presentano, come nella maggior parte delle realizzazioni anche non BRUMM, lucidi e con i punti di “colaggio”. Basta un poco di carta vetrata della misura giusta per rimetterli in ordine. Sconsiglio di passare poi la Nitro alla fine del carteggio perché la stessa le riporta lucide a differenza delle gomme per esempio della serie Ferrari IXO che beneficiano di questo trattamento finale. I cerchi verranno verniciati di oro sulle razze con un pennello 000, con un rapidograph 0.2 si fanno i bulloni, e poi si mettono le scritte pre-gara che a me piacciono tanto. Ho omesso (ammetto con molta fatica) le decal Michelin sui pneumatici perché purtroppo in quel GP (e in molti altri) i pneumatici ne erano privi, ho preferito farla il più reale possibile, ma le decal avrebbero avuto il loro bell’effetto.

Col rapidograph da 0.2 annerisco la presa naca sul musetto. (foto 09) Coloro poi l’interno dell’abitacolo col bianco opaco e aggiungo il Silver del telaio nella zona poggiatesta. (foto 19) Purtroppo al momento non ho trovato nulla di “affidabile” per eseguire un bel poggiatesta, che nella versione Montecarlo era presente, quindi se avete suggerimenti in merito sono ben accetti. Eseguo poi l’abitacolo. Per prima cosa passo a verniciare il sedile con un bel color camoscio!...l’effetto “camoscino” lo realizzo mischiando il colore con il borotalco, o altrimenti a vernice bagnata passare poi il pennello dopo averlo “pucciato” nel borotalco.(foto 18)

Decido anche di aggiungere qualche piccolo particolare e di forare il sedile per il passaggio delle cinture di sicurezza. (foto 20) Inizialmente era mia intenzione utilizzare le cinture di sicurezza originali, ma poi la tentazione di usare quelle Tameo in foto incisione è stata più forte. Peccato che il Dremel in mio possesso abbia deciso di lavorare male proprio mentre facevo i fori…ormai è fuori asse e gira storto…SNORT…vabbè cmq la tecnica è la seguente:foro con punta del 0.5mm (in realtà ci vorrebbe lo 0.2/0.3mm, ma non ho ancora trovato punte così piccole) e poi con una fresa della stessa dimensione di “allarga” e si effettua il passaggio. Inserisco le cinture preventivamente verniciate poi con il cianoacrilato le fermo dietro il sedile e sotto l’attacco centrale. Fatto questo eseguo un piccolo estintore con un pezzo di cotton fioc…lo stesso era più bello e realistico quando era perfettamente circolare, purtroppo ho dovuto eliminarlo e farne uno semicircolare perché si riuscisse a montare il vetrino dell’abitacolo. (foto 20)

Aiutandomi con del nastro isolante da elettricista di colore rosso eseguo dei tagli con un cutter per ricavare dei piccoli rettangoli che andranno poi posizionati sulle ali anteriore (foto 16) e posteriore e anche sui lati del telaio. Questi ultimi devono essere leggermente più grossi. Coloro poi di rosso le paratie laterali aggiungendo i tre fermi dell’ala (prima Silver poi una volta asciutto un puntino nero col rapidograph) Con un filo metallico da 0.4mm eseguo poi il tubo dell’olio dei freni che va alle pinze e lo ancoro al braccio della sospensione inferiore con un goccio di cianoacrilato.

Passiamo ora al motore. Originariamente si presenta di un anonimo colore nero, ma con lo scarico delle Wastegate (nella versione base della C2 era assente). Dopo un attenta analisi ho potuto appurare che la BRUMM ha effettuato uno stampo nuovo NON UTILIZZANDO nemmeno quello già pronto (ma dissimile) della 126C2 della versione PLUS. A discolpa del fatto che tutto il motore sia un blocco nero voglio comunque ricordare che il modellino si posiziona in una fascia di prezzo economica, sono certo che in futuro la Brumm appronterà un modello in Limited Edition come ha fatto per la C2. Con l’Humbrol Metal Cote do’ una prima mano. Questo tipo di vernice è ottima e di rapidissima asciugatura. Dopo aver atteso 20minuti si strofina con del cotone idrofilo e si rende la superficie “metallica”. Con una gradazione più scura vernicio poi la zona iniziale compresi i due compressori KKK. Anche qui attendo l’asciugatura completa prima della lucidatura. Il tocco finale lo do alla fine degli scarichi dando una ombreggiata di color rame per simulare la “scaldata”. Idem per la protezione sotto gli scarichi. Con un filo metallico da 0.4mm eseguo poi la tubazione che va dalla turbina di sinistra (fronte marcia) alla valvola wastegate. Con due spilli faccio poi il prolungamento del rollbar (foto 12) che sulla versione della CK rimane in vista anche a carrozzeria montata a differenza della C2. Con questo modello perla prima volta mi cimento nella realizzazione dei cavi delle candele…mi faccio coraggio e parto. Taglio 3 cavi di lunghezza crescente per banco motore. (foto 13) Fisso gli stessi con del cianoacrilato nello scavo già presente sulla testata. Attendo pazientemente che la colla abbia fatto il suo effetto e poi passo alla piegatura aiutandomi con una piccola pinza a punta fine ma NON zigrinata per non rovinare la superficie del filo metallico da 0.4mm.. Una volta piegati e fissati dietro al motore passo alla verniciatura con un bel color rosso Humbrol 220.(foto 14). Una cosa che faccio spesso durante le abarthizzazioni è cercare di vedere il risultato con la macchina rimontata. Questo ti consente di vedere se stai facendo tutto giusto e se manca qualcosa. E’ qui che mi sono accorto che rimaneva dello spazio vuoto dai compressori verso l’abitacolo, mentre in realtà dopo i compressori la Ferrari aveva messo un “tappo”. Mi accingo quindi a crearlo utilizzando del piombo che risulta molto malleabile e facile da tagliare. (foto 15). Passo poi un po’ di nero molto diluito nella zona cambio per risaltare le insenature.

A lavoro terminato sono abbastanza soddisfatto! (foto 21) Prima di riassemblare il modello vernicio il rollbar col Metal cote. Per esigenze fotografiche l’ho lucidato subito, ma in realtà si lucida a modello ultimato…quando sei certo che non lo toccherai più in quanto la vernice Metal Cote è molto sensibile al tatto…sostanzialmente si opacizza.

La carteggiatura e verniciatura del gruppo gomme/cerchio l’ho già spiegata, ma alcuni mi hanno chiesto come riesco ad eseguire le scritte pre-gara sui pneuamtici. Bhe…sostanzialmente ho una buona calligrafia il che aiuta, poi utilizzo un pennello 000 poco imbevuto di colore (acrilico ad asciugatura rapida…gli Humbrol non si asciugano MAI sul pneumatico) e una lettera alla volta (a volte anche mezza lettera) eseguo la scritta che desidero. Ci vuole pazienza e molta molta calma e pulire spessissimo il pennello. Le ruote poi vengono fissate e incollate col cianoacrilato (come per i kit)…i cerchi che girano sanno di giocattolo e non mi permettono di lasciare le scritte dove voglio.

Una volta montata la 126CK sulla basetta eseguo col Silver Metal Cote i perni/fermi meccanici sulle pance. Sempre per la regola di prima le faccio per ultimo quando non toccherò più il modello. Ora prendendo in mano la basetta e posso godermi il lavoro finito.

Scusate la lunghezza dell’articolo, spero non Vi siate annoiati e mi auguro di essere stato chiaro di aiuto ai neofiti che si vogliono lanciare nell’impresa della abarthizzazione di questo modello o di altri. Per qualsiasi informazione tecnica sono presente sul forum :-)

 
 
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