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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 25/10/2023 : 15:43:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
Nell' ottobre del 1962 uscì la sesta referenza del circo Chipperfield, il semirimorchio trasporto cavalli con motrice Bedfod TK del 1959. sempre un Major Toys n. 1130, che arrivò al 1971 con 627.000 vendite più, al solito, il 1969. Scala intorno all' 1/48. Eccolo con i sei cavalli da parata.







Modificato da - marconolasco in data 25/10/2023 16:44:31

 Regione Liguria  ~ Prov.: Savona  ~ Città: Savona  ~  Messaggi: 1544  ~  Membro dal: 06/05/2014  ~  Ultima visita: 22/04/2024 Torna all'inizio della Pagina

marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 25/10/2023 : 15:49:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
Questo non fa parte della serie classica, ma ne è parente stretto. E' uscito 29 anni fa e riprende volutamente lo stile del precedente.
Si tratta del Corgi n. 97887, prodotto appunto nel 1994 in serie limitata, però di ben 12500 esemplari (questo è il 9749). Scala dichiarata 1/50.
E' un articolato con motrice Bedford O type del 1939 che traina un semirimorchio portacavalli chiaramente derivato dal n. 1130 del 1962.
La confezione è molto ricca e comprende figurine e depliant vari nonchè una riproduzione di un autentico manifesto pubblicitario del circo Chipperfield, le cui origini risalgono a quasi tre secoli e mezzo fa.
Lo confronto al suo avo e ispiratore, che presenta qualche finitura in meno, ma è arricchito dai sei cavalli da parata che mancano nel più recente. Ho allora rimediato procurandomene alcuni originali che mi sono costati ben più del modello... :(
Ne avevo individuato quattro a prezzo accettabile e li avevo appena comprati, in attesa di trovarne altri due, quando poco dopo comparve una nuova inserzione con il set completo di sei cavalli dichiarati originali in vendita! Vabbè, un altro click e ora ne ho 16! Guarda caso, sulla riproduzione del manifesto che si dovrebbe intravedere sullo sfondo, tra gli altri, si cita un numero con 16 purosangue!








Modificato da - marconolasco in data 25/10/2023 16:46:03

 Regione Liguria  ~ Prov.: Savona  ~ Città: Savona  ~  Messaggi: 1544  ~  Membro dal: 06/05/2014  ~  Ultima visita: 22/04/2024 Torna all'inizio della Pagina

marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 25/10/2023 : 15:59:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
Nel settembre del 1965 arriva il n. 487, la Land Rover da parata, 304.000 vendite più il '69 fino a quell' anno.
Anche in questo caso si tratta di una ripresa di un modello preesistente, la Land Rover "elettorale" n. 472 dell' anno precedente, con clown e scimmia al posto del candidato e dell' attivista di partito...

PS Come si vede manca la decal sul cofano e il rivetto sul fianco dx, non ci sono mai stati, penso che fosse uscito così dalle officine di Swansea.







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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 25/10/2023 : 16:08:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
A giugno 1964 esce un' altea versione del Bedford Tk del 1969, il trasporto giraffe. E' un modello troppo corto perché è basato sulla motrice a due assi degli articolati.







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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 25/10/2023 : 16:31:26  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
Per vedere il settimo modello della serie classica bisogna aspettare l 'ottobre del 1968, ma in compenso arriva il primo inedito del Chipperfield, non basato cioè su precedenti referenze. E' il n. 1139, lo Scammell Handyman mk III del 1968, disegnato da Michelotti e con cabina in fiberglass (ma allora era un Politoys...), che traina un semirimorchio con tre gabbie contenenti tre coppie di orsi bruni , tigri e leoni . Vendette 50.000 pezzi più il solito '69 fino al 1972. Numeri ben diversi, ormai. Comunque il modello è ben curato, la cabina è fedele e dispone del meccanismo automatico di fuoriuscita del carrello sganciando la motrice. Il secondo Scammell, il Ferrymaster del '69, perde questa caratteristica, almeno, il mio esemplare non ce l'ha.
La scatola è ormai del tipo a vetrina, con protezione da rimuovere a cura del negoziante, e presenta un bel disegno d' ambiente sul retro.
E con questo termina la mia serie di modelli del circo Chipperfield.







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Mauro55
automodellante


Inserito il - 26/10/2023 : 20:56:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mauro55 Invia a Mauro55 un Messaggio Privato Aggiungi Mauro55 alla lista amici
Marco, oltre ai modelli sono molto belle e interessanti le tue descrizioni che contengono dettagli sia storici che tecnici.
Grazie della condivisione.

A proposito di dettagli tecnici, avresti la possibilità di mostrare come funziona il meccanismo che permette di montare e smontare le ruote di alcune Corgi perché non ne possiedo nessuna con quel gadget.

grazie
Mauro






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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 27/10/2023 : 11:08:07  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
Grazie Mauro!
Provo a descrivere il sistema "Take-Off Wheels", non è semplicissimo.
Il principio è lo stesso per tutti i modelli, ma la realizzazione non è identica. Analizzo la Camaro, che ha una struttura mista metallo e plastica, e la Rolls Royce, nella quale è invece interamente metallica. Anche i movimenti del meccanismo sono diversi nei due modelli.
Prima però presento le ruote, il cui cerchio si protende all' interno del modellino con una sorta di flangia che delimita un canale tra essa e il cerchione, canale che si incastra nel meccanismo mobile quando la ruota è montata.







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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 27/10/2023 : 11:14:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
Incomincio con la Camaro. Come ho scritto il meccanismo è in parte metallico e in parte in plastica. Abbassando la leva si alza l' elemento di plastica e si abbassa il perno, in questo modo si disimpegna la ruota che può fuoriuscire. Viceversa, alzandola l' elemento di plastica scende e il perno sale, in questo modo si inseriscono nel canale impedendo la rimozione della ruota.
Spero che le foto chiariscano almeno un poco...







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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 27/10/2023 : 11:28:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
Ed ora la Rolls Royce, che ha un meccanismo interamente metallico, noblesse oblige!
In questo caso si muove solo il perno Se si abbassa la leva si abbassa anche il perno liberando la ruota e se si alza si alza anche il perno e la blocca.
Penso che la trasformazione del moto di rotazione della leva nello spostamento del perno e/o dell' elemento flessibile di plastica cromata sia affidato ad un profilo a camma.
La qualità dei materiali e della verniciatura dei Corgi Toys è generalmente molto alta, ma a volte la plastica invecchia male e si indurisce infragilendosi. E' il caso di certe sospensioni in plastica spezzate che conferiscono un assetto improbabile ad alcuni modelli o anche di alcuni elementi di plastica di questo sistema, dalla cui flessibilità dipende il movimento. Infatti una delle leve della mia Rover si è spezzata mentre preparavo le foto di cui sopra e non certo per eccessiva usura, visto che avrà lavorato due o tre volte cinque decenni fa.








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Mauro55
automodellante


Inserito il - 27/10/2023 : 18:16:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mauro55 Invia a Mauro55 un Messaggio Privato Aggiungi Mauro55 alla lista amici
Chiarissimo Marco, grazie mille!

Ero convinto che fosse la leva stessa che quando è allineata al pianale si inserisse nella gola della ruota bloccandola.

In realtà il meccanismo è più complesso.

Il problema delle parti in plastica che diventano fragili è davvero "tragico" perché danneggia molti bei modelli di alto livello (vedi ad esempio Aston Martin 007).

Grazie ancora.






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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 12/11/2023 : 22:16:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
A me piace affiancare in collezione modelli del passato e modelli moderni per rappresentare almeno un poco anche la storia e l' evoluzione dei modelli, oltre a quelle dell' automobile vera.
Cerco però di evitare doppioni assoluti variando quando è possibile le versioni.
Ecco un esempio che forse chiarisce meglio quello che ho cercato di dire. Riguarda la Mercedes Benz 220 Ponton W180, che debuttò nel 1954 per sostituire la ormai superata 220 W187.
La famiglia W180 aveva la scocca portante e manteneva la linea della 180 W 120 del 1953, ma era più lunga e slanciata. Inoltre montava un 6 cilindri di 2200 cc invece del 4 cilindri della sorella minore.
In collezione ho una prima versione, la 220a W180I del 1954 e una 220S W180II del 1956, che differisce dalla prima per una motorizzazione potenziata e per qualche cromatura in più E' la prima Mercedes a fregiarsi della lettera S nella sigla identificativa, che tanto successo avrà nei decenni successivi.
Ecco le foto delle vere. La 220S ha il tetto apribile come il mio modellino.







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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 12/11/2023 : 22:19:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
Il confronto tra i due modelli è un confronto tra due modi di rappresentare in scala la stessa vettura (o quasi) lontani nel tempo e nello spirito.

Il modellino della 220a W 180I del 1954 è il CIJ n. 3/12 del 1959, scala 1/44. E' molto semplice e formato solo da un guscio pressofuso, da un pianale in lamiera rivettato alla carrozzeria e dagli assali con le ruote formate dai cerchi pressofusi e dalle gomme.
I CIJ dell' epoca erano molto simili ai Dinky Toys coevi, ma, almeno questo, di qualità leggermente inferiore.
La scatola in cartone reca sulle quattro facciate quattro disegni d' ambiente diversi, in cui sono inserite due vetture di diverso colore.
Non vi sono vetri e interni, i vari particolari non sono riportati, ma fusi con la carrozzeria e alcuni sono evidenziati da una spruzzata di argento o di rosso per i fanalini posteriori.
E' un modellino fedele, ma destinato al gioco, dotato però delle caratteristiche essenziali che permettano di riconoscere al volo la vettura vera.







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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 12/11/2023 : 22:22:20  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
La 220S W180II del 1956 è invece rappresentata nella mia collezione dal Faller n. 4326 del 1994 della serie Memory Cars in plastica, ovviamente in vera scala 1/43. E' un modello molto fine e dettagliato destinato a collezionisti adulti, dotato di portiere apribili grazie a due sottilissime cerniere in filo metallico e di motore e avantreno staccabile, oltre che di una miriade di particolari e cromature all' interno e all' esterno, ma, chissà perché, non è dotato di tergicristalli!
La confezione, la cui foto è tratta dalla rete perché non ho sottomano la mia, è adeguata alla classe del modellino.







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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 12/11/2023 : 22:24:05  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
Infine i due modelli affiancati.







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Mauro55
automodellante


Inserito il - 25/11/2023 : 20:06:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mauro55 Invia a Mauro55 un Messaggio Privato Aggiungi Mauro55 alla lista amici
Interessanti questi confronti.
Comunque mi sono convinto che a volte modellini di 50 anni fa, anche se più rudimentali, sono più fedeli nelle linee generali rispetto a quelli attuali.
Cosa che fa pensare visto che oggigiorno c'è una grandissima documentazione disponibile e mezzi tecnici moderni.






Modificato da - Mauro55 in data 25/11/2023 20:07:51

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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 28/11/2023 : 13:52:49  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
All' epoca la riuscita del modello era affidato alle capacità dei modellisti, che non si limitavano a ridurre ogni misura alla stessa scala, ma "interpretavano" le linee in modo da soddisfare più il colpo d' occhio che il rispetto assoluto della scala. Ruf docet!
Completo il confronto aggiungendo una 220S W180II con tetto in lamiera di Minichamps, edizione per le concessionarie Mercedes.



E già che ci sono aggiungo la precedente Mercedes Benz 220, la W187 del 1951, per evidenziare la rivoluzione stilistica del passaggio alla carrozzeria Ponton.



Questa volta i modellino è uno Spark, sempre nell' edizione per le concessionarie Mercedes.






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Mauro55
automodellante


Inserito il - 28/11/2023 : 20:56:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mauro55 Invia a Mauro55 un Messaggio Privato Aggiungi Mauro55 alla lista amici
Sempre splendidi modelli di alta qualità e ottimamente presentati.
Tornando al discorso di chi progetta attualmente gli stampi mi viene da chiedermi come sia possibile che un modellista che ci lavora a lungo non si accorga di certi errori macroscopici che a noi saltano all'occhio immediatamente.
E allora ci troviamo tra le mani caricature di auto schiacciate, ingobbite e chi più ne ha più ne metta.
A questo punto, poiché non me la sento di spendere grosse cifre per modelli di alta qualità penso di rinunciare ad acquistare modelli da edicola e mantenermi sugli obsoleti (miei preferiti) ai quali sono più disposto a perdonare qualche licenza poetica anche perché nascevano fondamentalmente come giocattoli.






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marconolasco
automodellandonissimo


Inserito il - 15/04/2024 : 16:47:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di marconolasco Invia a marconolasco un Messaggio Privato Aggiungi marconolasco alla lista amici
Grazie Mauro! E' un po' che non ti leggo, spero che sia tutto a posto.
Tra i modelli di alta qualità sicuramente non deludono gli Autodelta43. Li conoscevo solo dalle foto, ma tempo fa me ne è arrivato uno e risponde in pieno alle mie aspettative. L' ho presentato nella sezione dei montati e speciali, ora lo affianco ad altre due spider Alfa Romeo dell' epoca. Sono modelli di tipologia diversa, l' Autodelta43 è al top, poi propongo due industriali, uno medio-alto, un Minichamps, e uno medio-basso, un Brumm. Quest' ultimo è nella edizione originale del 1982, prima dei vari aggiornamenti, però è stato profondamente modificato dal sottoscritto. Riproducono tre vetture diverse, anche se parenti, tre icone della storia del Biscione.
L' Autodelta43 riproduce con grande fedeltà, finezza e ricchezza di dettagli la 6c 1500 Sport Spider compressore Zagato che vinse la Mille Miglia del 1928 con Giuseppe Campari e Giulio Rangoni, prima affermazione della casa milanese nella gara bresciana. E' io modellino n. SR04 uscito nel 2013.
Il Minichamps riproduce la sua erede, la 6c 1750 GS spider Zagato del 1930 nella configurazione del Museo di Arese. Modellino n. 120433 del 2006.
Il Brumm riproduce infine la 8c 2300 GS spider Touring nella versione che si ritirò alla Mille Miglia del 1932, dopo aver condotto a lungo la gara, con Rudolf Caracciola e Pietro Bonini. Il modellino, come anticipato poco sopra, è l' edizione originale n. R-78 del 1982, ma è stato modificato per riprodurre la versione su citata. Manca ancora il numero di gara 115 sul cofano. Rifatti molti dettagli in origine errati, tra cui il parabrezza e il castello della batteria dei fari. Le ruote sono quelle originali con i raggi ripassati in nero, ma i gallettoni sono stati cambiati, compreso quello specifico delle ruote di scorta.







Modificato da - marconolasco in data 15/04/2024 16:52:35

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